
Dopo il picco registrato all’inizio dell’anno, si è osservato un progressivo calo dei prezzi del gas. Questo trend rappresenta un sollievo per i bilanci familiari, anche se, secondo le previsioni di Nomisma, nel 2025 le famiglie dovranno comunque fronteggiare un aumento generale delle spese pari al 7%, incidendo sui consumi e sulla gestione del budget domestico.
I dazi di Donald Trump stanno impattando sul costo del gas?
Il tema dei dazi, al centro dei primi mesi della nuova amministrazione Trump, potrebbe influenzare il costo del gas. In prospettiva, la risposta è sì, ma bisogna tenere conto di molteplici variabili, come le dinamiche commerciali internazionali, l’andamento della domanda globale e le strategie dei principali paesi produttori, che potrebbero attenuare o amplificare gli effetti.

Tra le variabili più rilevanti spicca l’equilibrio globale tra domanda e offerta. È evidente che le tariffe commerciali introdotte dall’amministrazione Trump, anche solo annunciate, stanno già influenzando il mercato all’ingrosso delle materie prime, generando tensioni che si riflettono sui prezzi e sulle strategie di approvvigionamento a livello internazionale.
I principali settori coinvolti sono quelli di petrolio e gas, con ripercussioni evidenti sui prezzi pagati dai consumatori, sia alla pompa di benzina che nelle bollette domestiche. Questi effetti incidono direttamente sui costi quotidiani delle famiglie. Nel prossimo paragrafo analizzeremo più nel dettaglio l’andamento e le prospettive future delle bollette energetiche.
Nei prossimi mesi le bollette saranno meno gravose?
Le previsioni per una riduzione delle bollette del gas nei prossimi mesi sono positive. Il motivo? Innanzitutto, i valori del gas al Tft di Amsterdam sono stabilmente sotto i 35 euro al MWh. Secondo gli esperti di Nomisma, considerando i consumi di una famiglia media, pari a circa 2700 kWh di elettricità e 1400 metri cubi di gas annui, il 2025 potrebbe registrare una spesa inferiore del 7% rispetto all’anno precedente.

La spesa media prevista per le spese energetiche annuali è di circa 2221 euro, con un incremento di circa 140 euro rispetto al 2024. Tuttavia, confrontando queste nuove stime con quelle elaborate solo pochi mesi fa, emerge una significativa diminuzione, segno di un rallentamento nella crescita dei costi energetici rispetto alle previsioni iniziali.
A febbraio di quest’anno, il prezzo del gas al Tft variava tra i 45 e i 50 euro al MWh. Questo scenario aveva spinto le previsioni a stimare un aumento medio delle bollette del 16% rispetto al 2024, traducendosi in un incremento medio di circa 327 euro annui per le famiglie, ben superiore rispetto alle stime attuali.
La situazione delle bollette elettriche
Attualmente, è la bolletta elettrica a pesare maggiormente sulle spese energetiche. Secondo le stime e le analisi di Nomisma, si prevede un aumento del 16% nel corso dell’anno. Per il gas, invece, l’incremento stimato è del 9%, che comporterà una spesa aggiuntiva di circa 125 euro rispetto ai costi sostenuti nel 2024.

Finora, abbiamo analizzato la situazione delle bollette per i privati. Cosa si può dire, invece, riguardo alle spese che le aziende dovranno affrontare? Per comprenderlo, esaminiamo le simulazioni degli esperti di Nomisma, considerando la bolletta energetica di un’azienda tipo. Ipotizzando un consumo di 1 milione di KWh annui e 2 milioni di metri cubi di gas, si prevede, per quest’anno, un aumento delle spese energetiche di circa il 5%.
Anche per gli utenti business, l’aumento dei costi energetici è trainato principalmente dall’elettricità, con una previsione di incremento della spesa intorno al 13%. Per quanto riguarda il gas, l’aumento atteso è molto più contenuto, attestandosi su un +3% rispetto ai dati registrati nel 2024, limitando l’impatto complessivo sui bilanci aziendali.
La situazione del petrolio
Per valutare l’impatto dei dazi di Trump sul costo dell’energia, è necessario analizzare anche la situazione del petrolio. In seguito all’annuncio della sospensione di 90 giorni, il Brent ha subito un rialzo, tornando a 65 dollari. Si tratta di un valore inferiore del 20% rispetto ai parametri di inizio 2025.

Successivamente, si è osservato un leggero calo, con un prezzo di 62 dollari al barile. In generale, la tendenza è al ribasso, con un range medio tra i 59 e i 63 dollari al barile. Si tratta di valori ben lontani dai picchi dei primi mesi del 2024: si registra, infatti, un calo tra il 15 e il 20%.
A influenzare l’andamento dei prezzi energetici sono principalmente la diminuzione della domanda globale e l’aumento della produzione di petrolio al di fuori dell’OPEC, specialmente in Paesi come Canada e Brasile. Questi fattori esercitano una forte pressione al ribasso sui prezzi, nonostante i dazi imposti dagli USA abbiano colpito alcuni dei principali Paesi esportatori.